Tratto da Facebook
“Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto!
Queste parole sono di Anna Magnani, un’icona del cinema italiano e una donna di grande spirito e carattere. In questa citazione, Magnani esprime una critica sociale profonda e ironica riguardo al modo in cui la società contemporanea tende a rimuovere il concetto di vecchiaia.
La sua affermazione “Donne stiamo attente, ci stanno levando tutto! Se ci levano anche la vecchiaia siamo fritte” mette in evidenza la preoccupazione per la progressiva perdita di valore e di riconoscimento dell’età avanzata, specialmente per le donne. Con la frase “Voglio restauraurare una parola fuori moda, fuori legge: vecchiaia”, Magnani rivendica l’importanza di riscoprire e rivalutare la vecchiaia, una fase della vita che, nonostante venga spesso considerata fuori moda o addirittura fuori legge nella società moderna ossessionata dalla giovinezza, merita rispetto e dignità.
La vecchiaia, come fase naturale della vita, porta con sé saggezza, esperienza e una bellezza unica che non dovrebbe essere sminuita o cancellata. Magnani, con il suo spirito indomito, ci invita a riflettere su queste tematiche e a resistere contro una cultura che tende a sminuire l’importanza dell’età avanzata.
La vecchiaia è un’età anche interessante, la vecchiaia è un’età molto anarchica e romantica. Perché ogni giorno può essere l’ultimo, perché sei in fuga dalla morte e ogni giorno in più dici: tié, ti ho fregato. È un età molto fervida, è un’adolescenza senza domani. E sarebbe un’età interessante se non fosse che poi si muore.
Cioè, io la retorica sulla bellezza della vecchiaia la lascio al mercato che ci adula a noi vecchi per venderci i suoi schifosi prodotti. Mi secca essere vecchia, perché è la porta della morte ed è, e resta, una maledizione biblica. Però non è mai stata così brutta da quando si cerca di nasconderla, da quando non si nomina più, cioè, non è una parolaccia è il nome di una stagione, perché esistono le stagioni e c’è una grande durezza, ma anche una grande dolcezza in questo.
Terza età, anziano, mi fa sentire in fin di vita mentre vecchio ha un bel suono di battaglia, vecchio! La vecchiaia femminile è stata abrogata dal mercato e la donna è stata demonizzata: la donna accetta la farsa della giovinezza obbligatoria, la plastica è il nostro burqua.
Ci fosse il filtro di giovinezza ti credo correrei! Farei qualsiasi bassezza, vorrei avere sedici anni in tutto, specie nella mente, ma anche in corpo, nel fegato… E se non mi sono rifatta non è perché non sono vanitosa, ma è perché sono vanitossissima, di una vanità ributtante, e non voglio aggiungere l’oltraggio del bisturi a quello del tempo. Certo, ci vuole un senso dell’umorismo sempre più spiccato per portare in giro la propria faccia, però mica sei vecchio sempre. La persona libera cambia età molte volte al giorno: siate nonne a quindici anni, fidanzate a ottanta, ma non siate mai quelle che gli altri vogliono.
La donna oggi: in una mano la ramazza nell’altra il biberon nell’altra il computer nell’altra la biancheria sexy nell’altra i vecchi da curare. Ma quante mani ha una donna? E adesso bisogna pure essere fighe fino a ottant’anni. Ma perché? Non facevamo già abbastanza?”
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